La Nuova Opportunità si chiama FELICITA’
In un’era in cui i mantra del business sembrano essere Open Innovation, Cambiamento, Contaminazione, Trasformazione, torna sotto i riflettori – e per fortuna – un grande colosso di tutti i tempi e di tutti i settori: la felicità.
Ebbene sì, ora si sente il bisogno di parlare di felicità in azienda.
Superando ogni possibile riflessione e dibattito su come la società contemporanea sia arrivata alla necessità di sottolineare un tema così proprio dell’essere umano, focalizziamoci sui benefici che un maggior focus sulla felicità potrebbe portare ad un business e, soprattutto, al contributo che può dare al benessere sociale delle risorse inserite in un contesto particolarmente attento alle persone.
Per alcuni la felicità in ambito lavorativo è raggiunta nel vedere i valori aziendali applicati nel quotidiano, per altri felicità è avere una voce in azienda, per altri ancora sentirsi appagati del proprio operato, tu invece magari saresti tanto contento se ci fosse un calcio balilla accanto alla macchinetta del caffè.
La felicità è soggettiva. Ed è proprio su questa peculiarità dello stato d’animo positivo per eccellenza che le Risorse Umane più all’avanguardia fanno leva: essere vicino alla popolazione aziendale in modo da interpretarne i diversi bisogni, anche dell’ambiente fisico di lavoro, monitorare i livelli di felicità presenti all’interno dell’organizzazione e riuscire così a gestire il coinvolgimento e la fidelizzazione dei dipendenti.
Si tratta di abbracciare una nuova prospettiva di business: puntare al successo partendo dalla felicità dei propri dipendenti che, in quanto felici, svolgeranno meglio le proprie attività incrementando il loro coinvolgimento e, di conseguenza, anche il fatturato. La consapevolezza che sono le persone a fare i numeri e non i numeri a pilotare le persone.
Soprattutto nel mondo del lavoro di oggi, i cui protagonisti sono giovani professionisti appartenenti alla generazione dei millennials, è importante rendersi conto che la soddisfazione dei propri dipendenti non è meno prioritaria della customer satisfaction, anzi! In questo caso soddisfazione significa anche fidelizzazione: la felicità come arma vincente nella sfida di retention.
Garantire la felicità in azienda potrebbe essere quello che Collins definisce un BHAG – Big Hairy Audacious Goal – cioè un modo potente, forte e chiaro di stimolare il progresso e raggiungere un obiettivo a lungo termine. Oppure, come per diverse organizzazioni statunitensi che hanno incluso la felicità nella pianificazione aziendale, si tratta invece di un obiettivo già in fase di realizzazione grazie alla nuova figura manageriale del Chief Happiness Officer. Il Direttore della Felicità si prende cura di ogni dipendente, assicurando un ambiente di lavoro piacevole e collaborativo, e sostenendo la crescita aziendale attraverso la creazione di una cultura emozionale positiva e incoraggiante.
La felicità non si limita quindi ad essere una meta, una stella lontana che l’azienda ammira e cerca di raggiungere, ma diventa un’opportunità per l’incremento del business, un trampolino di lancio per quella scia luminosa che rende un’organizzazione brillante e visibile.
Gaia Urati
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